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Clik here to view.(L’avvocato Tommaso Migliaccio – foto GD)
Dal 28 maggio è iniziato un nuovo servizio per la cittadinanza bolognese. Ha la sua sede presso il centro civico Borgatti di via Marco Polo 51, ed è un’attività inserita all’interno della progettualità complessiva chiamata Communitas/Casa Zanardi Lame a cura di Associazioni Riunite. Il giorno di ricevimento è il giovedì dalle 15 alle 17.
Gli ideatori del nuovo sportello sono gli appartenenti all’Associazione Digamma che, oltre a questa nuova proposta offrono, già da tempo, un altro importante contributo alla tutela dei diritti altrui con la gestione dello spazio denominato “Pronto Soccorso Legale”, presso la sede del Quartiere Saragozza.
Ne parliamo con il presidente dell’associazione, l’avvocato Tommaso Migliaccio …
Presidente, dalle vostre iniziative sembrerebbe esserci una forte predisposizione al sanitario, più che la gestione di diritti civilistici. C’è davvero la necessità di queste “barelle”?
La formula del “pronto soccorso” rende l’idea di una prima cura del caso necessariamente d’urgenza che – seppure il più accurata possibile – è meritoria in genere di approfondimenti. Se poi le prime cure sono bastevoli meglio per tutti! Poi come in ogni pronto soccorso diamo dei “codici” di urgenza, cioè insieme al destinatario del servizio di sportello definiamo delle priorità. A volte si prende atto che le richieste devono essere rivolte altrove e indirizziamo la persona agli altri “presidi territoriali”! Devo dire che con riferimento allo sportello di Pronto Soccorso Legale del Quartiere Saragozza la formula sta funzionando e devo ringraziare pubblicamente il Quartiere nella persona del Presidente e la funzionaria Anna Curcio Rubertini. Fuor di metafora, è chiaro che si è voluto far riferimento a un qualcosa di immediatamente percepibile da parte dei potenziali utenti con molta ironia, autoironia e leggerezza non per sottovalutare ma certo per sdrammatizzare e aiutare ad affrontare con speranza questioni che spesso pesano come un macigno sul vissuto delle persone. Certo, c’è bisogno di barelle ma anche di cerotti, strumentazioni etc. “La messe è tanta e gli operai sono pochi”! A qualcuno meno giovane potrebbe ricordare il “Soccorso rosso” degli anni ’80 ma quella era un’altra cosa…
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E’ indubbio che anche la vostra ultima proposta nasca non solo da un’intuizione, ma da un’esperienza diretta. Può dirci qualcosa di più su questo punto?
Nello specifico di questo sportello un impulso importante è giunto dall’entrata nell’associazione della Dottoressa Silvia Monari che ha portato il suo know-how e che è mio obbligo e piacere ringraziare! La nostra esperienza è quella di tutti. Non vorrei fare il sociologo della domenica ma alcune cose saltano agli occhi. La crisi economica ha acuito non solo le sofferenze bancarie ma anche la percezione stessa dei problemi. In un corpo debilitato anche un raffreddore diventa preoccupante, figuriamoci una bronchite! Negli anni ’80 si parlava di “società dei due terzi” nella quale la maggior parte della popolazione “stava bene” e la restante arrancava ma c’era una mobilità sociale e la speranza concreta di uscire dai problemi. Un mutuo in genere veniva concesso con una certa facilità. Molti avevano una seconda casa. Si facevano leasing per l’acquisto della macchina con grande disinvoltura. Ora accedere a un prestito, anche piccolo, e rispettare l’impegno preso diventa un problema. E se Dio si nasconde nei dettagli, neanche il Diavolo scherza! Spesso in quello che si firma con istituti di credito, finanziarie etc. o nel successivo sviluppo del rapporto finanziario c’è quella che a Bologna chiamano “la gabola” e a Roma “a sola” cioè la fregatura. Noi siamo o vorremmo essere dei Ghostbusters della gabola finanziaria!
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Clik here to view.Non è possibile scappare dall’argomento crisi che ci ha travolti in questi anni, e dati gli argomenti trattati dallo sportello, quanto quest’ultima ha esasperato, secondo lei, il cittadino nel rapporto col denaro?
Come dicevo, la crisi è la cassa di risonanza! Ed è anche giusto dire “pane al pane vino al vino”. I nostri nonni e bisnonni risparmiavano forse anche troppo… poi è arrivato il momento del credito facile. E’ notorio il caso dei mutui sub-prime negli USA che a detta di molti avrebbe innescato la crisi mondiale. Se “prime” è – facendo una traduzione all’impronta – il risparmiatore “primo” cioè il più affidabile il “sub” è meno (molto meno) affidabile… Si è innescato un circolo vizioso…. I prestiti facili hanno indotto molti a vivere al di sopra delle proprie possibilità, innescando un circolo vizioso. In Europa un po’ meno ma non tanto. Beninteso, non serve criminalizzare l’accesso al credito di per sé e rimpiangere i soldi sotto il mattone o il materasso o in banconote arrotolate e nascoste nel reggiseno né invocare il ritorno dei “Bot people” (cioè l’acquisto di debito pubblico a oltranza…) ma a un certo punto il Sig. Rossi e la Signora Bianchi – quindi un po’ tutti noi – hanno voluto partecipare alla festa… poi purtroppo il conto è arrivato salato. A volte anche più del dovuto. E per ogni Pinocchio ci sono un Gatto e una Volpe pronti ad approfittarne. Inutile però piangere sul latte versato: esistono degli strumenti concreti – anche giuridici come il procedimento per esdebitazione dal sovraindebitamento – per uscirne. In fondo il racconto di Pinocchio è a lieto fine.
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Clik here to view.Ci dica qualcosa di più su come una richiesta rivolta alla vostra consulenza viene trattata allo sportello
La “catena di montaggio” di massima è la seguente: primo colloquio e informazione, secondo incontro o scambio mail per fornitura dei documenti, analisi dello strumento finanziario, “responso”.
Un’altra considerazione. Negli anni sono emerse svariate esperienze che tentano di proporsi come alternative alla consueta relazione col mondo finanziario (microcredito, economia sociale, ecc.). A che punto siamo su questo in Italia e cosa pensa dell’importanza di promuovere una nuova educazione alla gestione del denaro?
Non sono un “opinion maker” ma un uomo della strada. Ma trovo assurdo che uno esca dalle superiori o dall’università e non sappia la differenza tra un’azione e un’obbligazione. E normalmente si prosegue in uno stato di inerzia finanziaria tutta la vita. Una volta si insegnava economia domestica. D’altronde economia letteralmente è “norma della casa”. Bisogna inserire pillole di educazione finanziaria dall’asilo se necessario. A mio figlio insegno il valore di accantonare i soldini nel salvadanaio e che il signore della pubblicità vuole i nostri soldi ma non li deve avere. Poi si sa che uno predica bene… ma qualcosa secondo me resta. Non è un invito alla taccagneria ma a far riflettere fin da subito sul valore del denaro. Credo che tutto ciò che è educazione finanziaria vada sostenuto. Né enfatizzerei troppo la contrapposizione tra “finanza buona” e “cattiva”. Tutti i manicheismi sono deleteri. Diciamo che molte zone grigie vanno rischiarate! La bontà o meno di un qualunque strumento finanziario dipende dal grado di consapevolezza con il quale lo si utilizza, e dal suo livello di adeguatezza alle esigenze e alle caratteristiche individuali del risparmiatore.
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Ultima domanda. Digamma fa parte di un coordinamento chiamato Associazioni Riunite, c’è anche qui una sorta di “economia sociale” che vi ha convinto a farne parte?
Il motivo contingente è stata la partecipazione al progetto “Case Zanardi”. Sicuramente poi condividiamo la consapevolezza che oggi il pubblico non può far tutto, che l’associazionismo non può restare parcellizzato altrimenti è destinato all’insignificanza e che però le persone devono trovare delle risposte ai loro bisogni spesso complessi e per rispondere ai quali è necessario agire in rete. In una parola: “sussidiarietà”. Credo peraltro che questo sia il leit motiv di “Case Zanardi”. Digamma è aperta al dialogo e al confronto con tutti e Associazioni Riunite risponde a questo carattere aperto e collaborativo.
Per maggiori informazioni: prontosoccorsofindigamma@gmail.com – Tel: 339 171 6114 / 333 948 0842 / 338 330 9074